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Un fiore di nome Vanda

Un fiore di nome Vanda

Ci sono piante che aprono orizzonti inusitati e segreti. E dispiegano le fantasie più fervide. Come questa orchidea che evoca sensualità e diviene musa ispiratrice di desiderio

James Veitch gestiva in Scozia il più grande vivaio commerciale del XIX secolo. Parte del successo era dovuto ad una politica espansionistica che vedeva inviare personale dipendente alla ricerca di nuove piante per poi essere vendute come esemplari da collezione a cifre astronomiche. Era l’inizio del 1843, JamesVeitch porse penna e contratto al suo giardiniere Thomas Lobb.
“ Si stabilisce che il giardiniere Thomas Lobb deve raccogliere per i suddetti vivai, James Veitch&Sons, e per nessun altro e dichiara che in caso il paese fosse aperto ad accogliere un raccoglitore botanico è libero di scegliere a sua discrezione altre zone da visitare.” Thomas salpò dal porto di Portsmouth lo stesso anno destinazione Indie orientali.
Joseph Dalton Hooker figlio di Sir William Jackson Hooker direttore del Royal Kew Gardens, nonché professore regio di Botanica all’Università di Glasgow, si trovava anch’egli nella stessa area geografica con scopi più nobili “ finalità d’interesse botanico scientifico”. Studioso e giardiniere erano a caccia della stessa pianta: L’orchidea blu ovvero la Vanda caerulea!
Sulle colline del nord-est dell’India il tesoro fu trovato! Vande caerulee crescevano in abbondanza in boschi di querce nane. Si trattava di un orchidea epifita inconsueta, esposta sia al freddo dell’inverno che al caldo dell’estate e alla siccità dell’autunno. Alte un metro, foglie disposte a ventaglio, fiori a pannocchia di colore azzurro… una vera meraviglia! Le casse furono spedite in tutta fretta ai rispettivi destinatari nella vecchia Europa.
Destino volle che solo un orchidea sopravisse al lungo viaggio, era quella nella cassa di Thomas Lobb. Fu venduta felicemente dai suoi datori di lavoro all’astronomica cifra di 300 sterline!
Joseph Hooker rimpiangeva amaramente che dei “commercianti” e non il Kew Gardens ricavassero tento denaro dalla Botanica.

Fascino intramontabile

Il fiore di Vanda fu esposto per la prima volta a Londra il 3 dicembre 1850. Suscitò grande stupore. Sui petali di questa straordinaria orchidea Madre Natura ha disegnato una rete , lo sguardo rimane intrappolato come nella rete di Aphrodite, e inconsciamente, rimanendone ipnotizzati si desidera possederla! Nacque in quel tempo una nuova parola “ l’orchidelirio”!

XXI secolo, mercati generali di Castellammare di Stabia, negli stand import-export Olanda gli arrivi di Vanda sono continui. I fiori recisi a due tre rami avvolti in bambagia vengono venduti in scatole di cartone. Gli innestatori con molta pazienza e perseveranza sono riusciti a creare ben 35 tonalità di colori. La Vanda viene venduta anche come pianta in fiore. Ciò che affascina oltre la fioritura e le foglie sono le lunghissime radici aeree a vista.
Insieme alla Suphachadiwong Orchids, la Anco pure Vanda oggi è l’indiscusso leader nel mercato mondiale di questa splendida orchidea. Un vero gioiello.
Sono anni ormai che la Vanda in negozio è una presenza costante, non posso farne a meno! La compro per ammirarla, la compro perché è un omaggio chic per il cliente più esigente, la compro perché come quel lontano1850 la gente passando innanzi alla vetrina rimane ancora stupita!

Stregati da un’orchidea
Tempo fa, Serena, una habitué, venne a trovarmi in negozio. Era stata invitata ad una festa e la padrona di casa aveva chiesto che ogni ospite avesse un fiore tra i capelli. Non ebbi dubbi, la scelta ricadde sulla Vanda caerulea. Serena sgranò i grandi occhi castani quando la vide, il suo viso si illuminò. Le ciocche come radici accolsero quel grande fiore esotico. Uscì dal negozio inebriata di felicità. Qualche giorno mi confidò che grazie a quel fiore era stata ricoperta di complimenti e continuamente fotografata, insomma era diventata la star della serata oscurando addirittura la festeggiata. Ancora una volta la magica, alchemica, ipnotica Vanda caerulea aveva sprigionato le sue energie misteriose. Era come se, una volta incarnatasi in quel corpo, avesse irradiato di piacere e desiderio chiunque la guardasse. Serena aveva percepito il carattere vivo della Vanda su di lei. Uscita la mia cliente, guardai la Vanda e le domandai: «Ma cos’hai combinato?». E lei, sorridendomi maliziosamente, mi rispose: «Quando la Natura ha sedotto il suo Creatore, io ero lì».

 

Anny Pellecchia

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