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Gli zampognari all’alba nel Mercato dei fiori

Prima che il sole sorga, floricoltori e fioristi si incontrano fra gli stand per vendere e comprare.
E anche lì, inaspettatamente, il Natale arriva, su note antiche, a ricordare che Gesù è nato fra muschio, erba e paglia.

Notte di Dicembre. Stanotte fa davvero freddo, arrivata al mercato neanche pochi passi,una musica mi rapisce! Zampognari siete tornati ancora in questa mattina di notte!

Sorrido tra me, il tempo di Natale allora è davvero arrivato!Gli Zampognari scendono dai paesi collinari del Cilento, affrontano la notte, indossano cappelli avvolti da falde di lana, vengono spontaneamente a suonare la Novena per tutti noi tra i fiori. In queste notti così fredde le note fuoriuscendo dai loro antichi strumenti riscaldano e confortano l’ animo. Non sono qui per soldi, pochi sono gli spiccioli che ricevono, sono qui perché così deve essere, perché è semplicemente tradizione.

Mercato dei Fiori-zampognariIl Mercato allora diventa nel mio sguardo un Presepe, unico, grande, emozionante. Gennaro è l’unico a vendere frutta ai mercati generali, gira tra gli stand, oggi sul suo carrello cassette stracolme di arance. Chi le compra inizia a mangiarle, qualcuno me ne offre uno spicchio al quale non posso rifiutare. Le mani, le labbra si impregnano di agrume, il profumo forte di arance del Sud Italia si mescola a quello di abete normandiano appena scaricato dai tir import-export Olanda. I rami argentati ricchi di resina accatastati in gabbie di legno vengono celermente sistemati dai cat in punti strategici per facilitare noi acquirenti. L’Olanda ha scaricato l’impossibile! Cassette di mele cerate dai colori più bizzarri, rami glitterati, floccati, innevati , fasci di ilex rosso brillante, pile di cassettine di legno dove in ognuna come tortine appena sfornate sono adagiate ghirlande decorate con fruttini, bacche, pigne…

Che frastuono che fermento di gente! Dalle montagne vicine alcuni uomini con le loro donne hanno portato nuvole di vischio, fascine di agrifoglio e pungitopo.

Mamma che freddo stanotte, con mio padre entriamo nel bar di Anna, mentre mio padre beve il suo solito caffè con latte Anna mi dice: «Ho appena fritto le zeppole».Come si fa a dirle di no!  Zeppole uno dei tanti dolci della tradizione natalizia partenopea! Zeppole calde tuffate in zucchero e cannella, ogni morso una sensazione indescrivibile! «Mettimela in carta, la mangerò una volta tornata in negozio», le dico sfilando dal porta zecchini un euro di felicità!Uscendo dal bar mi rendo conto che il freddo è aumentato, ma che c’è stanotte, sembra di stare in un frizzar. I carrellisti vanno e vengono imbacuccati come non mai, affondo il viso nella sciarpa e mi avvio verso gli alberi di Natale. Quest’anno sono ancora più belli degli altri anni, perfetti, ne chiedo la provenienza .«Siamo andati a prenderli nell’Europa dell’Est», mi rispondono. Decido l’acquisto di alcuni abeti.

‘A muntagna s’è messa ‘o velo ‘e sposa

Ammiro sempre la forza, il senso del dovere degli uomini del mercato. Mi caricano gli alberi in furgone senza alcuno sforzo, sempre con un sorriso sulle labbra ,sempre ossequiosi. Hanno conservato un’educazione d’altri tempi. Gli sportelli del furgone vengono chiusi , ho dimenticato il muschio, ritorno sui miei passi, gli zampognari sono andati via, la musica è cessata, ormai albeggia. Alzo lo sguardo, rimango senza parole ,immobile, estasiata dinnanzi allo spettacolo di madre Natura…

Il Vesuvio è ricoperto di neve! Ecco perché faceva così freddo stanotte! Qualcuno alle mie spalle dice – “A Muntagna (la montagna)“ come la chiamano i locali- “si è messa o velo a sposa “(si è vestita da sposa). E io che pensavo il Vesuvio fosse maschio! Imbocco l’autostrada Salerno Reggio Calabria, lascio il Vesuvio alle mie spalle, anche la Montagna ,penso tra me, ha voluto far parte del Presepe ! Il Natale quando si diventa grandi è semplicemente uno stato d’animo. Tutti noi siamo i pastori di un presepe perennemente alla ricerca di un lume, di una guida.

Gesù è nato in una grotta, tra muschi, erba , vicino a lui un bue e un asinello gli tenevano caldo, un cielo pieno di stelle …non è nato in caotiche città è nato nel cuore della natura . Possiamo leggere questo straordinario evento in una chiave totalmente naturalistica .

“Colui che ama la natura è colui i cui sensi interni ed esterni sono in pieno accordo tra di loro; che ha saputo conservare lo spirito dell’infanzia perfino nell’età adulta. Il suo rapporto con il cielo e con la terra diventa parte del suo cibo quotidiano. Il nostro sguardo in ogni momento dell’anno deve cogliere ,contemplare un quadro che non era mai stato visto prima,e che non sarà visto mai più.” (R. W. Emerson)

Buon Natale

Anny Pellecchia

Copyright © Ugo Pellecchia & Il Floricultore