Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti.
Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie,  clicca qui.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.
  • +39 089 227502
  • Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
  • 9:00-13:30 17:00-20:00
Zamioculcas zamiifolia

In molti la chiamano “pianta di Padre Pio” perché, si dice, emana lo stesso odore del frate di Pietrelcina. Noi preferiamo chiamarla semplicemente Zamioculcas e l’apprezziamo per la sua eleganza e la sua resistenza. E, ne siamo certi, il santo ci ringrazia

zamia

 

Quel giorno entrarono in negozio due signore sotto braccio e senza neanche guardarsi in giro mi chiesero: «Avete la pianta di padre Pio? »

Le guardai interdetta «Padre Pio, Padre Pio»… di storie sul Santo ne sono circolate parecchie, si diceva che la sua persona emanava un inspiegabile profumo che non era percepito da tutti allo stesso modo. Chi diceva di sentire profumo di rose, chi di violette, chi di gelsomino, incenso, giglio, lavanda…e chi più ne ha più ne metta…

Una pianta però che avesse il suo nome, questa poi, non l’avevo mai sentita né vista. Non volli polemizzare, dissi semplicemente di non averla. Le signore, erano venute in negozio come in chiesa, non trovando la reliquia di cui impossessarsi sgranarono gli occhi e guardando le piante intorno a loro una ad una all’improvviso esultarono “ Non è vero! C’è eccola, eccola!”

Non potevo crederci avevo la pianta di Padre Pio e non lo sapevo!

Guardavo incredula la Zamioculcas zamiifolia.

Avevo quasi un senso di pietà verso la povera varietà tropicale, molto apprezzata sia per la sua eleganza, sia per la facilità di coltivazione.

La pianta da parte sua sembrava volermi dire “ Io non centro niente, sono queste due pazze che mi hanno cambiato il nome!”

Ed io tra me «Se lo viene a sapere Padre Pio sai come si incavola! »

Eh sì perché come tutti sanno il carattere del prete non era così facile, era brusco, spicciativo, non amava i compromessi o era sì o era no, figuriamoci se poteva stare appresso alle fantasie di due bizzoche!

Padre Pio viveva nella sua cella con pochi oggetti di nessun valore, molti lo ricordano uscire dal confessionale appesantito, sconfortato, quasi portasse la croce di tutti i peccati che aveva dovuto ascoltare…

«Uagliò (ragazzi) i Santi stanno solo in Paradiso» soleva spesso dire!

Ma alla gente non basta pregare, da quando il mondo è mondo gli uomini hanno bisogno di unghie, capelli, ossa, pietre, scarpe, vesti… a cui aggrappare le loro paure. Per fortuna la Zamia con un tacito tam tam di tutti noi del settore si è velocemente liberata da un ingiusto silicio.

LA GEMMA DELLA TANZANIA

La Zamioculcas è semplicemente una bella pianta da interni. Chiunque può averne una in casa perché è davvero resistente. La forza è dovuta ad un organizzazione genetica di millenni. Essendo originaria della Tanzania si è dovuta strutturare con riserve d’acqua per sopravvivere alle lunghe siccità di quell’area geografica. Ha sviluppato così grossi fusti carnosi lungo cui crescono piccole foglie turgide e lucide. La radice poi è una sorta di grande bulbo acquoso un vero serbatoio!

La Zamia è annoverata pur sembrando una pianta verde nel genere delle succulente, cioè grasse.

Nel suo paese d’origine proprio per la sua bellezza e brillantezza delle foglie viene chiamata la “gemma della Tanzania”

Caro Padre Pio, non preoccuparti, non trafiggerti le carni, ci pensiamo noi del settore florovivaistico a non farti innervosire anche lassù in cielo. La Zamia la vendiamo tanto, ma per altri motivi.

Stai sereno ti aiuteremo anche noi a ricordare alla gente le tue buone e sante parole :

«Ogni giorno è un giorno in più per amare, un giorno in più per sognare, un giorno in più per vivere.»

 

Annie Pellecchia

Leggi gli altri articoli del BLOG - Donna tra i Fiori.

Copyright © Ugo Pellecchia & Il Floricultore

 

carrello

 

Puoi acquistare la pianta Zamioculcas zamiifolia sul nostro sito.

 

 

 


 
Peperoncinio: bello buono e scaccia guai

Le tante proprietà di questo frutto: dalla gastronomia, riconosciuta in tutto il mondo, all’arte applicata nelle composizioni floreali, sino alle sue doti scaramantiche

Nella lontana estate del duemila, con l’amica australiana Dominique e i nostri figli decidemmo di raggiungere le spiagge cristalline della Calabria. Ci fermammo nel piccolo borgo di Cirella. Il lido “il Fortino“ era gestito da un giovane intraprendente e da sua madre donna semplice ed ottima cuoca. I raggi abbaglianti di sole si iniettavano nel mare turchese facendolo brillare come un diamante. I bambini erano ormai trasformati in pesci e tutto il mio tempo lo trascorrevo sul bagnasciuga per controllarli. Dominique si allontanò per prendere i panini del pranzo. Dopo poco tornò e interpose tra il mio sguardo il mare e i bambini una rosetta (tipico panino a forma di rosa) dicendomi “Assaggia è buonissimo!”

peperoncini incenzaroQuel morso fu indimenticabile, il pane croccante racchiudeva una bella fetta di pomodoro con tonno fresco e una spolverata di peperoncino!

Per la mia amica era il Sud Italia per me era la Calabria!

Come si fa a spiegare ad una giovane proveniente dalla lontana australiana, dove a suo dire anche se viaggi per ore tutto rimane uguale, paesaggio ed hamburger compreso, che ogni regione del Sud Italia ha le sue infinite ricette con peperoncino rosso?

“Dominique, la Calabria rispetto alle altre regioni, ha il primato per cultura gastronomica piccante!”

A Diamante è nata la prima Accademia italiana del peperoncino con annesso festival.

Dal 1994 ad oggi la schermasse è meta di migliaia di visitatori appassionati di sua signoria il peperoncino.

Bisogna dire che grazie a questa manifestazione l’attenzione delle piccole piante ha avuto un ascesa incredibile. Se prima un cliente si comprava un vaso di peperoncino ora invece ti chiede la varietà, origine e gradazione di piccantezza! I produttori hanno risposto con la massima professionalità!

Ai mercati generali arrivano non solo le piante ma anche la scheda tecnica con la scala sconville (shu), cioè la scala che misura la piccantezza di un peperoncino! Un vero vademecum per non andare a fuoco! Il cliente ormai vuole avere la sua collezione per potersi poi vantare col vicino! Ecco allora in bella mostra l’Habanero rosso, giallo e cioccolato, lo Scorpione di Trinidad, Naga Morich, Pilly Pilly…a questi si affiancano poi tutta la gamma di peperoncini decorativi dai colori e forme diverse, sono divertenti oltre che buoni da mangiare. I colori lilla, rosso, arancio,giallo, viola danno la possibilità a noi fioristi di creare cesti in composizione di sicuro effetto, i clienti ne sono entusiasti! Non è finita qua! La produzione dei peperoncini recisi per comporre fasci e fascetti ha altrettanto successo. Il peperoncino è scaramantico, porta fortuna e chi li riceve in omaggio ne è sempre contento! Qualche sposa ha anche avuto il coraggio di arrivare all’altare con un bouquet piccante…forse non era il caso! Comunque sia una nuova stagione del peperoncino si è ormai affermata!

“din din” il suono di un campanellino mi distoglie dal lavoro…mi affaccio all’uscio per vedere se è l’Incenzaro! Ho la fortuna di vivere in una terra ancora ricca di tradizioni e teatralità. Quando passa l’Incenzaro non si può non invitarlo ad entrare! E’ un personaggio tipico della cultura partenopea, la sua giacca è ricoperta di amuleti scaccia guai, corni, agli, peperoncini... l’incensiere viene fatto ruotare nell’aria e tutto il negozio viene invaso dal profumo meraviglioso d’incenso, mentre questo avviene una sequela di spergiuri contro ogni malocchio viene sciorinata! Prima di andare via ti lascia un cornetto e i numeri da giocare a lotto naturalmente sulla ruota di Napoli! Donare una moneta è obbligatorio. L’ultima volta che mi ha fatto visita però sono stata io a regalargli una pianta di peperoncino! Non se l’aspettava prima di andare via mi salutò con un “Dio ti benedica!”

Dominique entra in negozio compra fiori sempre per la sua vita, è un’ottima cuoca mette peperoncino a volontà sui suoi piatti sempre originali e gustosissimi!

“Dimmi Dominique, qual’era la tua merenda da bambina? “

“Oh Anny , mia madre ha sempre comprato latte e biscotti al cioccolato!” Vedi , la differenza tra l’Italia e l’Australia è il tempo che dedichi in cucina. Nella credenza della mia infanzia ha sempre troneggiato un boccaccio (barattolo) di melanzanine sott’olio. Io e la mia amica del cuore Claudia ci preparavamo quel panino con cura, essere amiche del cuore significava pescare nell’olio il pezzetto di peperoncino e dividerselo a sua volta perché la piccantezza va condivisa!

 

Anny Pellecchia

Leggi gli altri articoli del BLOG - Donna tra i Fiori.

Copyright © Ugo Pellecchia & Il Floricultore

 

 


 
Fiori d’Angelo, magia di una tradizione

Il Philadelphus coronarius è protagonista di una ritualità che ancora resiste nel Mezzogiorno d’Italia. Un esempio di come i fiori si leghino profondamento al bisogno di soprannaturale dell’uomo. Le corrispondenze con la “flower therapy” dei guru australiani Virtues e Reeves

Michele ha portato al mercato il Philadelphus coronarius! E’ un sognatore proprio come lo sono io! Lo compro, lui ride. Ride del mio entusiasmo, del mio battito di mani nel pieno della notte, per la gioia di vedere piante così antiche. Solo una matta come me avrà il coraggio di disporre in pieno centro di Salerno tra il traffico e il trambusto del tribunale, scuole, uffici un poetico Philadelphus!

Fiori AngeloMa è un dovere sociale! E’ maggio, il mese che si esprime tutto nella fioritura e nel profumo di questo splendido cespuglio. Chiunque lo possiede in giardino o in campagna lo venera. E’ vero fiorisce una sola volta l’anno, i fiori non durano che per pochi giorni, ma non ha importanza, pochi giorni bastano per conservare un ricordo di assoluta beatitudine.

QUEI PETALI NELLA BACINELLA

Si sono perse le tracce della sua origine, forse anche per il suo adattamento a latitudini diverse. Lo troviamo infatti sparso un po’ ovunque in tutta Europa, nel nord Africa, in Oriente.

Forse è proprio l’Oriente la sua terra natale dove i fiori vengono usati per aromatizzare il tè. In Turchia invece usavano i rami di Philadelphus internamente vuoti e midollosi per farne pipe e zufoli… in Itala c’è un'altra storia… una storia magica! Ed è questa storia che voglio regalare a chiunque si fermerà innanzi al Philadelphus! Nel Sud Italia ai piedi del Vesuvio la gente venera il Philadelphus. Qui come nel resto della Penisola viene chiamato Fiori d’Angelo. Mio padre da bambina mi regalò in mancanza di mia nonna i gesti di sua madre. Le donne del lagro-nocerino-sarnese mettevano in casa bacinelle piene d’acqua con i petali di Philadelphus. La credenza era ed è che così facendo di notte gli Angeli vengano a visitare le nostre case. La mattina l’acqua sarà filtrata e tutti i componenti della famiglia si laveranno con l’acqua profumata. Una sorta di benedizione sia della casa e sia delle persone.

Nessun prodotto dell’industria profumiera riuscirà mai a regalare alla pelle tale freschezza, profumo soave e benessere… con gli Angeli non c’è partita!

Se in Italia crediamo fermamente agli Angeli nei paesi anglosassoni non solo si crede agli Angeli ma anche alle Fatine! All’inizio credevo fosse uno scherzo ma la mia amica Dominique australiana mi ha assicurato che molte sue conoscenti sono convinte dell’esistenza di Trilly e di tutte le sue amiche!

MOLTO SOPRANNATURALE, NELLA TERAPIA DEI FIORI

A questo punto ho letto contro ogni razionalità il libro “I Fiori degli Angeli” scritto da due australiani Doreen Virtue e Robert Reeves. Lei psicologa e lui naturopata con la flower therapy hanno fatto un vero business. Gestiscono una clinica di successo in Australia. Una clinica dove si insegnano tecniche di purificazione attraverso flower therapy. Questa terapia significa lavorare a stretto contatto con la natura, e pertanto anche con gli Angeli e con le Fate.

Le fate sono meravigliose alleate, dal momento che possono aiutarci a esaudire i desideri che abbiamo nel cuore. Quando si lavora con i fiori, si accede automaticamente all’energia delle fate. Dal momento che i fiori ospitano questi esseri… gli Angeli sono disposti ad aiutarti ogni volta che sei alla ricerca di qualcosa; pertanto rendili partecipi del tuo lavoro con i fiori…” gran parte del libro è pieno di questi messaggi poi segue una lista di fiori con tanto di scheda: nome botanico; proprietà energetiche; Angeli e Fate corrispondenti; chakra; descrizione di guarigione; messaggio veicolato.

Se questo può aiutare qualche persona con dei disagi e incrementare maggior acquisti di fiori e piante che ben venga. Per quanto mi riguarda mia nonna è morta molto giovane, amava i fiori faceva flower therapy gratis, e con lei tutta la famiglia, la vita non le ha risparmiato niente compreso il cancro.

LE PIANTE FRA I SEGRETI DEL BUON VIVERE

Se c’è una verità nel vivere tra i fiori è sicuramente una forma di serenità interiore che è arrivata fino a me…ma non penso sia solo una questione di fiori, la cultura paesana dell’Italia meridionale o di piccole città di provincia italiane farsi visita l’un l’altro, chiacchierare per strada, cucinare e scambiarsi ricette, vivere varie generazioni vicine di casa, la presenza dei nonni, andare in chiesa, è sicuramente la chiave di un effetto unificante e rasserenante.

La mia storia è piaciuta, il cliente ha acquistato la bellissima pianta di Fiori d’Angelo, stanotte gli Angeli entreranno anche in casa sua!

Fate e Fatine, Angeli e Arcangeli teniamoli ben custoditi in quell’angolo di cuore dove risiede la nostra infanzia, senza creatività, senza sogni, senza favole il mondo sarebbe assai triste.

Un uomo nel 1911 scrisse “ Forse tutti noi saremmo in grado di volare se fossimo assolutamente certi della nostra capacità di farlo come l’ebbe quella sera, il coraggioso Peter Pan”.

Sir. James M. Barrie

 

Annie Pellecchia

Leggi gli altri articoli del BLOG - Donna tra i Fiori.

Copyright © Ugo Pellecchia & Il Floricultore