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Jasminum amore sponsale

Inebriante come un bacio, rassicurante come un affettuoso abbraccio, il gelsomino è protagonista assoluto nel linguaggio dei sentimenti

Pianta amatissima il gelsomino. Quarant’anni fa mio padre piantò un gelsomino ‘Grandiflorum’ in giardino, oggi è una nuvola sospesa nell’aria. Miriadi di fiori si aprono come piccole stelle sui rami eccitando lo sguardo e inebriando l’olfatto di un profumo intenso e persistente.
La mattina presto, quando esco di casa, il dolce e fresco profumo mi saluta. La sera invece, quando mi ritiro esausta, quel profumo cambia, impastato dal caldo sole ormai tramontato mi distoglie dai pensieri negativi e come un amante irresistibile mi invita a sedermi sulle scale accanto a lui anche per pochi minuti. Solo allora la tensione della mia mente si scioglie, divento parte della pianta, i tralci morbidi mi toccano le spalle, qualche fiore mi cade tra i capelli e le vesti, ai miei piedi un tappeto di stelline bianche.
Prima di rientrare in casa, un ultimo bacio, spicco un piccolo tralcio, lo metterò sul comodino affianco al letto di chi amo.

Apprezzato fin dall’antichità
Ha davvero qualcosa di magico questa pianta, gli antichi leggevano nei cinque petali la rappresentazione della Grande Madre, Afrodite per i greci, Ishtar per i babilonesi.
In Egitto i piccoli fiori sono stati rinvenuti sulla mummia di un faraone. In Cambogia sono offerti al Buddha.
Nella cultura araba questa pianta è più volte esaltata nelle Mille e una Notte e nei poemi di Omar Khayyam è in assoluto il fiore dell’amore.
Sono stati gli arabi ad introdurlo in Sicilia e Spagna ed è per questo che molti clienti in negozio mi chiedono il Gelsomino spagnolo o il Gelsomino siciliano, ma non è altro che il Jasminum officinale ‘Grandiflorum’.

Sensuale e ben augurante
Il gelsomino conta circa 200 varietà arbustive e rampicanti.
Ciò significa che molti clienti non solo sono diventati collezionisti, ma hanno per tutto l’anno gelsomini in fiore. Il J. polyanthum ad aprile-maggio, il J. azoricum a giugno-ottobre, il ‘Grandiflorum’ a luglio-dicembre, J. nudiflorum (detto anche di San Giuseppe o gelsomino d’inverno) a febbraio-marzo. In una collezione che si rispetti non può mancare anche il J. sambac, che fiorisce a luglio ottobre. Un famoso appassionato di gelsomino in Italia fu Cosimo I de’ Medici (Firenze 1519-1574). Lo coltivava gelosamente nel suo giardino, voleva esserne l’unico possessore e per far ciò pagava generosamente il suo giardiniere di fiducia. Purtroppo però quest’ultimo tradì il padrone: innamorato di una fanciulla, di nascosto le portò un ramo fiorito in regalo. La giovane, pur di non farlo morire, lo curò così amorevolmente che riuscì a farne alcune piantine.
Simbolo d’amore in ogni bouquet di nozze, un tralcio di gelsomino è ben augurante!
Oggi come allora ripeto i gesti di mio padre nel comporre i fasci per le spose, che siano rose, peonie, orchidee, il gelsomino è lì sempre presente! Nessun fiore sarà sprecato, quelli che cadranno durante la lavorazione verranno raccolti, serviranno a decorare e profumare la scatola porta bouquet. Jasmine deriva dal persiano “yasameen” (dono di Dio). Il vero amore è davvero un dono di Dio!

 

Anny Pellecchia

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Copyright © Ugo Pellecchia & Il Floricultore


 
Erica

L’arrivo dell’autunno coincide col periodo di fioritura dell’Erica! Ma quanto sono belle queste piante! Arbusti nani, formati da fitti rami tubolari sono ricoperti da piccole infiorescenze, i colori sono ammalianti, viola, violetto, rosa, bordeaux, bianco… Quando si parla di Erica, si sia o meno profani di piante, generalmente non si allude solo alle vere Eriche, ma anche ad un'altra pianta molto simile che Linneo aveva chiamato Erica vulgaris cioè la Calluna, oggi considerata comunque Erica .

La scrittrice Emily Bronte nel suo romanzo “Cime tempestose” usa questa pianta come perfetta scenografia dove far muovere i personaggi. Il romanzo “vive di Erica”, il colore dell’arbusto audace, intenso, ricopre i rilievi del terreno scosceso della brughiera inglese.

In effetti la brughiera dello Yorkshire è un luogo molto amato non solo dalla scrittrice, ma da tutti gli inglesi, i quali ben presto si accorsero del valore ornamentale della pianta.

Il genere comprende circa 600 specie sparse un po’ su tutto il pianeta, ricordiamo oltre l’Erica vulgaris l’

E. gracilis, E. carnea, E.cirenea…

Nel passato questa pianta soprattutto la varietà E. scoparia era utilizzata per realizzare scope. I rami infatti si prestano al taglio e durano a lungo essiccati. Ancora oggi molti spazzini delle nostre città e giardinieri dei nostri parchi, giardini, viali e lungo mare preferiscono la vecchia scopa alle nuove fatte con setole plastificate.

Oggi l’Olanda è la maggior produttrice di piante in vaso di Erica. Segue la Germania, che vanta un glorioso passato non solo di produttori ma anche di ibridatori. Il giardiniere di corte a Hannover, Joseph Christian Wendland, nel 1811 aveva la più grande collezione tedesca con ben 150 esemplari! L’Erica è una pianta che cresce in Europa fredda, freddo temperata e soprattutto in paesi caratterizzati da grandi precipitazioni ed estati brevi. Eppure i milioni di piante vengono vendute in tutto il pianeta! L’acquisto è sempre d’impulso, i clienti quando le espongo innanzi al negozio o in bei vasi sulle mensole all’interno ne rimangono incantati. Indubbiamente al Sud del mondo le piante di Erica ornamentali non vivono bene. Possono comunque dare colore nelle fiorire esterne per 3-4 mesi oppure portata in appartamento diventa una composizione di fiori essiccati, non innaffiandola infatti la pianta si disidrata, conservando perfettamente il bel colore intenso, dura quasi un anno e i clienti la sostituiscono ogni nuovo autunno come tradizione e buon augurio per la casa! Nei paesi nordici tante sono le favole attribuite all’ Erica, lo sapevate che tra i loro rami amano vivono le fate? La sera di Halloween si usa regalarle e tenerle in casa proprio per far sì che le buone fate scaccino a botte di scopa folletti dispettosi, streghe e orchi nascosti tra le mura di casa!

L’amore poi trova sempre una speranza nelle piante! In Scozia le ragazze piantano l’Erica rossa nei vasi, per propiziare un buon fidanzamento, nelle Alpi francesi invece le ragazze una volta trovato il principe azzurrissimo ringraziano la Dea dell’Amore appendono coroncine di Erica agli alberi…in altre zone geografiche non specificate, gioventù senza tante cerimonie usano fare all’amore tra i rami alti della pianta sicuri di non essere visti! Baciati da un incantesimo di fate l’amore giovanile è puro e libero! E l’amore nel mondo dei grandi perché è stato abbandonato dalle fate?

La scrittrice Erica Joung sostiene -“E’ strano che noi esseri umani ci allontaniamo tanto dalla natura anche nel fare l’amore. L’attesa del piacere, l’ansia, rendono tecnologico l’amore, ne fanno una cosa di ansie, attese, pressioni”

Portiamo allora una piantina di Erica in camera da letto…non sarà un campo dello Yorkshire, ma potremmo immaginarlo e forse il pensiero di essere in uno spazio infinito, ricoperto di fiori d’Erica, aria fresca potrà aiutare a far scomparire tutta quella” cosa di ansia e stanchezza” che ci portiamo molto spesso sotto le lenzuola!


 
Matite colorate

Con un nuovo aspetto, la Sansevieria cylindrica sta conquistando l’attenzione dei giovani e di un pubblico sempre più vasto.

La novità dell’anno è senza alcun dubbio la Sanseviera cylindrica colorata. In vetrina impossibile non esporle. Tutti, ma proprio tutti, si fermano incuriositi. Le domande più frequenti: «Sono vere?... Posso toccale?... I cappuccetti si levano?...  Sono matite? …Ma la colorazione le fa morire?».
In genere rispondo con un sorriso: «Certo che sono vere, le può toccare». «Non sono cappuccetti, ma una colorazione chiamata floccatura». «Non è una pianta matita, ma una Sansevieria cylindrica». «No, assolutamente, sono sostanze atossiche, pensi ad una donna che si tinge i capelli… finora noi signore non siamo ancora morte».
Il cliente ride divertito e indeciso nella scelta ne acquista addirittura tre! Una blu per il salotto, una gialla per la camera dei ragazzi e una fucsia per la moglie.
La pianta conquista non solo per il nuovo look, ma anche per l’incredibile resistenza. Esposta in bella mostra in appartamento, ufficio o negozio diventa una pianta oggetto d’arredamento. Semaforo rosso alle innaffiature eccessive, basta un ristagno d’acqua ed è   spacciata per sempre, non ama il sole diretto, il freddo e le correnti!

Il successo della S. cylindrica ha favorito anche il ritorno di un’altra pianta dello stesso genere, la Sansevieria trifasciata.
Rimasta per ben 40 anni rilegata in un angolo, ora grazie all’amica superstar risplende di luce riflessa.
Rispolvera il suo stile moderno anni ’70, che piace tanto agli interior designer, e gioca la carta delle sue proprietà benefiche, che convince i naturalisti. La pianta, infatti, assorbe inquinanti nell’aria e rilascia ossigeno anche di notte.
Certo, ride di gusto quando le nuove generazioni la guardano per la prima volta convinti di trovarsi di fronte a un’assoluta novità.
Le due piante si affiancano felicemente in questo nuovo momento storico.
I colori matti della S. cylindrica hanno creato un tam tam tra i giovani che trascinano gli amici ad ammirarle.
Se prima entravano in negozio solo per la classica rosa per il primo appuntamento d’amore, ora arrivano sicuri di sé, curiosi e divertiti, e chiedono matite colorate! Forse vogliono colorare questo mondo in bianco e nero, dove non esiste meritocrazia, dove regna l’incertezza per il futuro, dove violenza e bullismo da quattro soldi intossicano le loro vite…

Nelle parole del repper italiano Guè Pequeno si trova tutta la loro rabbia e al tempo stesso la loro gioia di vivere:
“Voglio ridisegnare il mondo, dammi una matita, voglio ridere come se non avessi mai pianto, voglio la Luna e camminarci sopra come Armstrong.”

Epilogo
Dopo avere inviato il pezzo che state leggendo in redazione, mi chiama il direttore del giornale Il Floricultore: «Anny, dimmi la verità: a te piacciono questi “nuovi mostri”? Nella nostra rivista raccontiamo la bellezza della Natura e io mi domando se c’è davvero bisogno di questi artifici?».
Ebbene, la mia opinione, caro Direttore, è che l’Olanda sta creando una nuova linea per mercato che non ha nessun interesse per le piante.
La pianta-oggetto colorata, che ha bisogno di pochissime cure se non nulle, piace molto, ed è vista come qualcosa di estremamente nuovo.
Acquistai i primi plateau per puro esperimento. Volevo vedere come reagivano i clienti. Molti sono inorriditi. Soprattutto le signore che comprano abitualmente i fiori per casa, amano il giardinaggio. Insomma, i veri pollici verdi, per intenderci.
Che dirle caro direttore, c’è una regola d’oro che vale sempre dietro  al bancone “ Il Mercato ha sempre ragione, cercherò di dargli sempre quello che chiede!”

 

Annie Pellecchia

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